Dimmi che tipo di obesità hai e ti dirò come dimagrire. Non tutte le obesità sono uguali. C’è chi mangia troppo perché non si sente mai sazio, chi cerca conforto nel cibo quando è giù di morale, chi dopo un pasto ha di nuovo fame dopo un’ora e chi, pur mangiando poco, brucia poche calorie per via di un metabolismo lento.
Un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic (USA) ha dato un nome a queste differenze, identificando quattro fenotipi dell’obesità (1).
I quattro “volti” dell’obesità
- Hungry brain (cervello affamato): la sazietà arriva tardi, servono più calorie per sentirsi pieni.
- Emotional hunger (fame emotiva): fame guidata da ansia o stress, legata a emozioni positive o negative. Spesso associata a bassa autostima, ansia e depressione.
- Hungry gut (intestino affamato): lo stomaco si svuota in fretta, il senso di pienezza dura poco e si tende a mangiare più spesso.
- Slow burn (combustione lenta): metabolismo basale più basso, meno massa muscolare e minore propensione all’attività fisica.
Non si tratta di categorie rigide: alcune persone presentano più di un fenotipo.
I ricercatori hanno suggerito strategie diverse per ogni profilo:
- Cervello affamato → farmaci che stimolano la sazietà (come gli analoghi del GLP-1) e alimenti sazianti a bassa densità calorica.
- Intestino affamato → pasti piccoli, frequenti, ricchi di fibre per rallentare lo svuotamento gastrico.
- Fame emotiva → farmaci specifici (come naltrexone/bupropione) associati a supporto psicologico e tecniche di mindful eating.
- Combustione lenta → più proteine e allenamenti di resistenza per aumentare la massa muscolare e accelerare il metabolismo.
Capire che tipo di obesità si ha potrebbe diventare la chiave per trattarla meglio, superando l’approccio “uguale per tutti” e avvicinando l’obesità alla medicina di precisione: cure personalizzate, più efficaci e più motivanti.
1.Acosta A, et al. Obesity (2021) 29, 662-671.