Specialista in Ostetricia e Ginecologia – Roma
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Terapia Ormonale Sostitutiva e Alzheimer

Terapia Ormonale Sostitutiva e Alzheimer. Intervista Tg1 Mattina RaiUno del 7/2/2023 – Dott.ssa Anna Paola Cavalieri ginecologa a Roma. Se avete perso l’intervista, potete rivederla qui. Buona visione!

Ora parliamo di salute, la salute delle donne. Equilibrio fragilissimo, molto delicato ma molto importante perché recenti studi hanno dimostrato come la terapia ormonale sostitutiva giochi un ruolo importante nella prevenzione dell’Alzheimer. Ne parliamo con la nostra ospite che è la dottoressa Anna Paola Cavalieri, ginecologa esperta di psiconeuroendocrinologia. Benvenuta a Tg1 Mattina. Allora dottoressa, spieghiamo subito in cosa consiste la terapia ormonale sostitutiva perché magari non tutti i nostri telespettatori lo sanno e quando si prescrive ad una donna.

La terapia ormonale sostitutiva è una terapia che viene prescritta quando manca un ormone. In generale quando parliamo di “ormonale sostitutiva” ci si riferisce alla terapia per la menopausa.

Come sappiamo le donne hanno un calo rapido degli ormoni dopo la menopausa e ci sono diversi tipi di terapia proprio per integrare questi ormoni che vanno a mancare, ormoni che il nostro corpo non produce più.

è una terapia che ha vaste possibilità di applicazione. I sintomi che riguardano la sindrome menopausale sono tanti.

Alcuni sono ben noti: le vampate, la sudorazione notturna, ce ne sono altri meno noti ma che, se noi andiamo a cercare, in realtà la stragrande maggioranza delle donne presenta e parlo di disturbi del sonno, calo dell’umore, calo della libido, secchezza vaginale.

Ci sono anche una serie di disturbi cognitivi che riguardano proprio la capacità di concentrarsi, la capacità di memorizzare, la memoria a breve termine.

Ci sono anche poi dei disturbi più generali sui quali la terapia dà proprio un senso di benessere.

 

Interviene proprio su questo. E quello che dicevamo prima: gli ormoni connessi con malattie come l’Alzheimer, in che modo? Cosa significa?

 

L’Alzheimer è una patologia che riguarda prevalentemente l’età senile: il 5% circa delle persone sopra i 65 anni soffre di questa demenza. I due terzi dei malati di Alzheimer sono donne.

Questo può essere correlato da una parte alla più lunga aspettativa di vita del sesso femminile ma dall’altra si è visto che sono coinvolti proprio con gli ormoni, gli estrogeni in particolare che sono gli ormoni femminili per eccellenza e hanno un importante ruolo proprio di neuroprotezione.

I recettori per gli estrogeni sono sparsi in tutte le aree cerebrali e la mancanza rapida che si ha di estrogeni dopo la menopausa, può essere correlata ad un acceleramento di tutti i processi di decadimento cognitivo.

 

Ecco gli studi sugli ormoni femminili sono in continua evoluzione. Ci sono altre novità? Ce ne dia un cenno poi magari torneremo più avanti a parlarne.

 

C’è una novità recente che ha rimbalzato sulle testate giornalistiche inglesi negli ultimi tempi, negli ultimi giorni e in realtà non è una novità perché per gli addetti ai lavori è qualcosa che già conoscevamo.

Questo studio ha dimostrato come somministrare la terapia ormonale sostitutiva alle donne all’inizio della menopausa possa ridurre il rischio di ammalarsi di Alzheimer in particolare in donne geneticamente predisposte.

L’importante è proprio questa finestra terapeutica, nel senso che degli ormoni vanno dati nella fase di transizione, nei primissimi anni della menopausa.

In questo modo possiamo avere un effetto protettivo a lungo termine. Darli in tarda età può avere un effetto sui sintomi ma non su queste protezioni a lungo termine.

Per ulteriori approfondimenti, si può consultare la sezione FOCUS MENOPAUSA

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